E’ stato il nylon la prima fibra sintetica al mondo ed è anche stata tra le prime ad affrontare la sfida della circolarità. E’ stata l’italiana Aquafil a mettere a punto Econyl, il nylon rigenerato e 100% circolare. Un successo che è arrivato dopo anni di lavoro, come ci racconta Giulio Bonazzi, amministratore delegato di Aquafil nell’intervista di oggi. Era il 2007 quando Aquafil ha deciso di esplorare le possibilità di riciclo del nylon, mettendo a punto una strategia di sostenibilità che poi negli anni ha dato i suoi frutti. Oggi moltissimi brand utilizzano Econyl per le proprie collezioni, ma non solo: utilizzare questa fibra è un motivo di vanto, perché se del nylon non possiamo fare a meno, almeno che sia sostenibile!
La storia del nylon
Il nylon prende forma negli USA, negli stabilimento della DuPont nel 1937. Nel 1940 fa il suo debutto sul mercato, riscuotendo un grande successo: è infatti utilizzato per fare i collant, l’oggetto del desiderio delle donne, che finalmente possono lasciarsi alle spalle le calze di lana e smettere di sognare quelle di seta. Fu accolta come una fibra miracolosa, ” robusta come l’acciaio, sottile come una ragnatela, eppure più elastica di tutte le comuni fibre naturali”, come recitava una pubblicità dell’epoca. E in effetti fu una vera rivoluzione.
Negli anni sono stati numerosi gli impieghi di questa fibra: nella moda, nel mondo del design, degli accessori, per l’abbigliamento tecnico. Ma in un’ottica di sostenibilità, alla fine il nylon è un materiale sintetico che entra a far parte della massa di rifiuti plastici che non riusciamo a smaltire. E qui arriva l’intuizione dalla quale nasce Econyl.
Econyl e il riciclo delle reti da pesca
Il principale ostacolo al riciclo del nylon è il procacciamento della materia da rigenerare, che è anche difficilmente separabile. Aquafil nel 2007 ha iniziato una indagine per scoprire quali sono i materiali che avrebbero potuto essere destinati a questo fine, scoprendo nelle reti da pesca una fonte di materia prima (seconda) perfetta.
Secondo il nuovo Report di Greenpeace sulla plastica negli Oceani ogni anno, nei nostri mari vengono scaricate oltre 640.000 tonnellate tra reti, lenze, trappole ed altri strumenti da pesca. Di quella immensa isola di rifiuti collocata nell’Oceano Pacifico (42 mila tonnellate di macro-plastiche), l’86% sono reti da pesca. Si chiamano “ghost gear“, attrezzature fantasma. Aquafil sostiene l’organizzazione internazionale Healty Seas, che grazie a un gruppo di volontari e con la collaborazione dei pescatori, recupera le reti da pesca. Con Econyl ogni tonnellata di reti da pesca può essere trasformata in circa 26.000 paia di calze oppure in oltre 1.000 metri quadrati di tappeto.
Il nylon è infatti anche molto utilizzato per produrre moquette e tappeti e questa è un’altra tipologia di raccolta che è stata organizzata dall’azienda. Nel 2018 Aquafil ha inaugurato il suo primo impianto per il riciclo dei tappeti negli Stati Uniti, dedicato al recupero di vecchi tappeti e moquette, dove vengono trattate più di 16.000 tonnellate di tappeti all’anno. I materiali suddivisi per tipo saranno destinati a diverse industrie: il nylon viene rigenerato in ECONYL, il polipropilene venduto all’industria dello stampaggio mentre il carbonato di calcio sarà utilizzato per la costruzione di strade o dai cementificio. Insomma, un perfetto esempio di circolare, che fa parte della strategia di un’azienda che sul tema della sostenibilità è andata in profondità.
L’intervista di questo episodio: Giulio Bonazzi, amministratore delegato di Aquafil
Giulio Bonazzi, amministratore delegato di Aquafil è il protagonista dell’intervista di questo episodio: ci parlerà di Econyl, ma anche della transizione dell’azienda verso la sostenibilità, grazie a una strategia attenta, fatta non di slogan ma di ricerca, sperimentazioni, collaborazioni. Un impegno per rendere contemporaneo un materiale tradizionale, che oggi è destinato ad avere una nuova vita: oppure decine di altre vite, perché il nylon è riciclabile più volte.
Buon ascolto.