Come effettuiamo le nostre ricerche sul web? Quali sono le parole più utilizzate quando vogliamo acquistare un prodotto sostenibile? Lyst, la più grande piattaforma globale di ricerca di moda, con 5 milioni di prodotti di 12 mila rivenditori diversi, ha provato a dare una risposta, realizzando il “Sustainability Report“. Analizzando tutte le ricerche fatte sulla piattaforma il report fornisce spunti interessanti per capire cosa cercano i consumatori di tutto il mondo quando vogliono acquistare un capo sostenibile. Ne parliamo anche nell’intervista di questo episodio con Francesco Girone, International Marketing Manager di Lyst.
La collaborazione con Good on you
Il rapporto è stato realizzato in collaborazione con Good on you, la piattaforma che analizza e recensisce i brand di tutto il mondo sulla base di valutazioni che riguardano quattro aspetti: People, Planet, Animals and Sources. Come i singoli aspetti vengono valutati lo definisce un protocollo, che indica chiaramente quali aspetti vengono presi in considerazione e quale peso gli viene attribuito. Una faccina più o meno sorridente è il giudizio finale che viene emesso alla fine dell’analisi.
L’esperienza di Good on you è stata fondamentale per arrivare alla formazione del report e per cercare di orientarsi in quelle che sono le ricerche dei consumatori orientate alla sostenibilità. E proprio sull’uso di questo termine, arriva uno dei primi segnali di attenzione: questa parola così abusato dovrebbe essere abbandonata per essere sostituita con “conscious”, che ha una connotazione più legata alla responsabilità e alla consapevolezza.
Sostenibilità = materia prima
In generale Lyst ha registrato un aumento del 37% delle keywords legate alla sostenibilità. Una statistica che tiene conto della tendenza a livello mondiale, ma che assume contorni diversi a seconda del paese di cui si parla. In generale per la maggioranza degli utenti le ricerche iniziano concentrandosi sui materiali: “cotone organico”, “jeans sostenibile”, “pelle vegana” le parole più cercate. E’ la Danimarca il paese dove nell’ultimo anno le ricerche sono incrementate in maniera più importante: + 114%. Una crescita sostenuta si è registrata anche in Francia e Germania. In generale le ricerche legate alla parola “vegano” e quelle legate al cotone e al denim sono le più quotate.
L’eco-pelliccia: l’oggetto del desiderio dell’eco-consumatore italiano
Poi c’è l’Italia, dove le ricerche sono aumentate appena del 20% e sono per lo più concentrate in Lombardia. E sapete cosa cerca l’eco-consumatore lombardo? La parola “eco-pelliccia”, che secondo me è già un concetto che è segnale di confusione. La “finta pelliccia” (o fake fur) spesso di “eco” ha ben poco, se si guarda sia la fase di produzione che di smaltimento. Ma questo è anche un sintomo di quanto sia necessario fare buona informazione, per permettere a chi vuole davvero cambiare le proprie abitudini di consumo in maniera consapevole di avere gli strumenti giusti.
Upcycling e second-hand: i trend del momento
C’è un grosso aumento di interesse per il second-hand e per l’upcycling (di questo avevamo parlato nell’EP 12: La magia dell’upcycling: trasformare gli scarti in qualcosa di unico). Nel periodo post-Covid è forse questo il principale segnale di un cambio di passo. Consumare meno, consumare meglio, ma anche produrre meno. Le collezioni vintage dei marchi del lusso vanno a ruba, in primis quelle di Chanel.
Gli oggetti del desiderio: le sneakers Veja le più cercate
Quali sono i prodotti “sostenibili” più cercati? Al primo posto le sneakers del marchio Veja, vegane e realizzate quindi con materiali sostitutivi della pelle. Ci sono poi le giacche Patagonia, i cappotti di Filippa K, i leggins di Girlfriend Collective, per citare alcuni dei capi che emergono dal rapporto. I dati relativi alle ricerche indicano che l’interesse per i “gioielli rigenerati” è cresciuto del 90% su base annua, mentre le ricerche per i “gioielli etici” sono aumentate del 60% nello stesso periodo.
L’intervista: Francesco Girone, international marketing manager di Lyst
E quali sono invece i marchi emergenti da tenere d’occhio? Lo chiesto a Francesco Girone, international marketing manager di Lyst. Se volete leggere il rapporto, ecco il link al Sustainability Report.
Buon ascolto