La catena di fornitura, il vero punto di forza di un brand che punta sulla qualità e sulla sostenibilità. Il produttore è un partner strategico, che va conosciuto e visitato. In Italia ci sono già diverse aziende che hanno aperto le porte a designer e clienti: per far vedere come si crea un capo e mostrare gli archivi con le collezioni. Proprio sul presidio dell’intera filiera si basa la certificazione Bluesign, che va a toccare gli aspetti relativi alla gestione della chimica, ma non solo. Protagonisti dell’intervista di questo episodio sono Katharina Mayer, CRM Manager Europe di Bluesing e Daniele Nicosia, chemistry auditor.
Eco design e progettazione: conoscere il ciclo di produzione
Abbiamo parlato di eco design nell’episodio 3 con la designer Flavia La Rocca: ma come si può produrre un capo che sia destinato a essere prodotto e smaltito con il minore impatto possibile se non si conosce la catena di produzione, se non si sa come si sa come viene prodotto? Lo ha scritto anche Vogue in un articolo di questa settimana: Most fashion designers never meet their suppliers. They should. Solo dalla collaborazione e dalla conoscenza possono nascere nuove idee e soluzioni. Solo visitando e conoscendo il fornitore il brand può rendersi conto delle condizioni di lavoro, del clima aziendale, del rispetto delle norme. E soprattutto solo conoscendo le lavorazioni possono essere trovate soluzioni migliori. Un fornitore non può essere selezionato solo sulla base del prezzo più basso: adesso i consumatori chiedono di più. Il consumatore attento alla sostenibilità, vuole essere certo di acquistare prodotti che non riservano sorprese.
La filiera certificata: la nuova frontiera della sostenibilità
Le certificazioni nel tessile sono numerose. Si può certificare l’azienda o il prodotto. Possono riguardare l’aspetto etico o ambientale. Oppure la certificazione può includere più aspetti. Per le imprese la certificazione è un onere che si accompagna al rispetto delle norme che sono già in vigore nei singoli stati: burocrazia volontaria, ma pur sempre burocrazia. Per questo stanno prendendo forma anche agreement o committment, che si basano sulla responsabilizzazione dell’impresa che si prende un impegno e lo rispetta senza necessità di auditor o di sistemi rigidi di controllo. Questo spesso ai brand non basta, e si garantiscono con dei capitolati di acquisto di decine di pagine in cui sono raccolte tutte le prescrizioni che un’azienda partner si impegna a rispettare. L’episodio 9 La moda e la chimica, una relazione complicata. Alla scoperta della campagna Detox di Greenpeace analizza proprio tutto questo.
I sistemi di certificazione di prodotto oggi vanno nella direzione di certificare non il singolo fornitore, ma l’intera catena fornitura: si creano catene produttive virtuose, che permettono a un fornitore di certificare il prodotto solo se anche le fasi precedenti della lavorazione sono certificate. Funzionano così e certificazioni rilasciate da Textile Exchange, ad esempio e anche quella di Bluesing.
Cos’è Bluesign e come funziona
Bluesign è una certificazione internazionale che si occupa soprattutto dell’aspetto chimico e che ha proprio questo approccio, addirittura partendo dalla sostanza chimica utilizzata. La varietà, il colore e la consistenza dei tessuti dipendono dai processi di fabbricazione, dai materiali e dalle sostanze chimiche utilizzate. Tutti i partner del sistema Bluesign utilizzano solo prodotti chimici e componenti approvati secondo gli standard elevati. Devono superare rigorosi test in loco per verificare la conformità ai criteri della certificazione. Una volta soddisfatti i requisiti ai loro prodotti verranno assegnate le etichette di sistema Bluesign. Ciò vale anche per i produttori tessili e i fornitori di prodotti chimici.
In Italia c’è una catena di fornitura molto attenta al tema della sostenibilità e nonostante i criteri Bluesign siano davvero molto restrittivi, l’Italia è il secondo mercato per numero di partner certificati. Cosa significa per una impresa aderire a un sistema di certificazione e come si inserisce in una strategia di sostenibilità? Ascoltate l’intervista con Katharina Mayer, CRM Manager Europe di Bluesing e Daniele Nicosia, chemistry auditor.