Moda e tecnologia: un rapporto che ormai è destinato a diventare una coppia fissa. Come può la tecnologia aiutare l’industria creativa della moda a parlare ai propri consumatori? Con soluzioni innovative come quelle legate alla blockchain. Moda/trasparenza/sostenibilità: ecco l’equazione del momento, per avere risultati con impatti positivi. Ospite dell’intervista di questo episodio è Walfredo Della Gherardesca di Genuine Way, una start up italo-svizzera che ha lanciato una piattaforma digitale che permette di collegare direttamente il prodotto fisico al consumatore per certificarne la storia produttiva.
La trasparenza, una necessità per fare scelte consapevoli
Quando si parla di un capo di abbigliamento, conoscere la sua storia, dove è stato fatto, con cosa è stato fatto, è importante per mettere il consumatore in condizioni di fare le proprie scelte. Ecco perché moda, trasparenza e sostenibilità ormai sono diventate un triangolo importante per evitare di finanziare brand che di etico hanno ben poco. La tecnologia blockchain aiuta a rendere disponibili queste informazioni in maniera rapida e veloce: scansionando un QR code o chip NFC si possono ottenere informazioni sull’intero ciclo di vita del prodotto: e dalla produzione della materia prima al nostro armadio, questo viaggio è davvero lungo.
Cos’è la blockchain?
In realtà non è una cosa sola, ma un insieme di tecnologie che si basa su un sistema decentralizzato di informazioni che vengono registrate in un database e condivise all’interno di una community. I vari anelli della catena possono avere accesso anche alle informazioni delle fasi precedenti, che hanno la caratteristica di essere immutabili. La blockchain è spesso utilizzata come metodo per autocertificare la storia produttiva di un capo, ma non ci sono garanzie che quello che viene inserito sia vero. Non dobbiamo farci trarre in inganno, le informazioni inserite non sono controllate, a meno che il sistema non sia collegato a un processo di certificazione.
Blockchain ed economia circolare: alcuni esempi interessanti
Tanti brand, anche di grandi dimensioni, si stanno muovendo per attivare sistemi di questo tipo: l’etichetta che accompagna un capo non è più sufficiente per contenere tutte le informazioni che un consumatore attento ha bisogno di ricevere. Ma nel campo dell’economia circolare ci sono delle sperimentazioni relative alla blockchain molto interessanti (ve ne parlo nell’episodio del podcast).
Due casi interessanti sono Lablaco e Provenance, che lavorano sulla blockchain, anche per qualificare i propri fornitori. Lablaco si è anche inventata l’iniziativa Swapchain, lanciata a febbraio alla settimana della moda a Londra. Si basa sull’idea di registrare un capo di seconda mano su un database che poi ne segue tutti i passaggi di proprietà: così si può conoscere le infinite vite di un capo dopo che è stato abbandonato dal primo proprietario.
La blockchain riesce a far diventare il consumatore una componente attiva della catena di fornitura, come se si inserisse nel sistema e diventasse l’ultimo tassello. Attraverso questo flusso continuo di dati, i marchi possono sapere chi sta acquistando i loro prodotti e richiamarli per il riciclaggio o la rivendita una volta raggiunta la fine del loro ciclo di vita.
WearMe30Times: la sfida parte il 22 ottobre
Quante volte indossate mediamente un abito? Lo indossate almeno 30 volte? Dal 22 ottobre, grazie a Genuine Way, potrete saperlo. Sarà infatti lanciata a Milano una piattaforma innovativa basata sulla blockchain studiata da Genuine Way e da Makoola, che, come in un gioco, permette di registrare il proprio capo di abbigliamento e di tracciare ogni volta che viene indossato.
Opportunità e finanziamenti
Se avete un piccolo brand, è il momento di prendere in considerazione l’utilizzo di un sistema di blockchain, perché ci sono moltissimi bandi con finanziamenti per la trasformazione digitale delle imprese di cui potete approfittare per andare in questa direzione. Ma ci sono opportunità anche per chi vuole impegnarsi in azioni educative e di disseminazione sulla moda sostenibile: un’etichetta intelligente ha bisogno di un consumatore preparato per essere interpretata e nei prossimi 5 anni ci sarà la possibilità di attivare tanti progetti, anche finanziati a livello europeo, che vanno in questa direzione
L’intervista: Walfredo Della Gherardesca di Genuine Way
Genuine Way è una start up italo-svizzera che sviluppa sistemi di blockchain per brand di piccole e medie dimensione: la tecnologia può anche essere accessibile e nell’intervista Walfredo ci spiega come.
Buon ascolto