Sono 16 le normative europee sulle quali si sta lavorando per accompagnare la transizione verso un tessile sostenibile e circolare. Vista da Bruxelles la visione del futuro del settore appare ricca di sfide, ma anche di opportunità. Ne ho parlato con Mauro Scalia, Director Sustainable Businesses di Euratex in una lunga intervista.
Le imprese impegnate nel settore tessile e moda in Europa sono 192 mila. Complessivamente impiegano 1,3 milioni di lavoratori. Il 30% di questi ha più di 50 anni. Il fatturato complessivo è di 167 miliardi di euro, con oltre 67 miliardi di export. Sono dati di Euratex, l’organizzazione che rappresenta la voce dell’industria tessile e dell’abbigliamento europea. Pochi numeri che ci aiutano innanzitutto a capire il peso del settore per l’industria manifatturiera europea. Un settore che si compone di tante piccole e medie imprese, che ha un forte impatto ambientale e sociale e che da qualche anno ha avviato un lungo processo di trasformazione. Ma la strada è ancora lunga: altri settori si sono mossi prima, ma sono anche dominati da grandi imprese, anche multinazionali, che riescono ad essere più reattive ai cambiamenti. Per il tessile la strada è più complicata, la filiera è molto lunga ed è necessario attivare e motivare un grande numero di soggetti. Parlo di motivazione perché alla base di una trasformazione ci deve essere la voglia di cambiare, è quella miccia che innesca tutto.
Sono 16 le normative in corso di discussione o in fase di approvazione che già a partire dai prossimi mesi saranno operative. Si tratta di un grande numero di interventi, che toccano temi diversi e che avranno un grosso impatto sul settore. L’estetica delle produzioni dovrà essere accompagnata anche dall’etica e tutti i progressi andranno fotografati e misurati con attenzione. Una grossa rivoluzione: per questo Euratex richiede che le nuove regole siano sottoposte a dei test di competitività, per capire bene quale potrà essere il loro impatto sulle imprese. Con 224 miliardi di dollari di merce venduta, l’Europa è il secondo maggiore esportatore mondiale di prodotti tessili e di abbigliamento dopo la Cina (321 miliardi di dollari). Quindi il primo problema della confederazione è quello di garantire l’accesso delle imprese europee ai mercati ad armi pari con gli altri competitor, senza creare ostacoli.
Un settore che ha bisogno di giovani
Come capirete bene, per trasformare tessile e moda servono anche nuove competenze e intelligenze, oltre a personale preparato che sia in grado di garantire il passaggio generazionale. Purtroppo su questo fronte c’è qualche problema: il settore non riesce ad attrarre tutti i giovani di cui avrebbe bisogno. Eppure sono proprio loro la chiave per la transizione. Perché i giovani non vogliono entrare a far parte di questo settore, contribuire a cambiarlo, a farlo crescere? Questo è un tema di cui si parla sempre più spesso, i distretti hanno bisogno di giovani da inserire, ma le aziende del settore hanno difficoltà ad essere attrattive.
Forse serve una narrazione diversa, che racconti le sfide quotidiane, la dinamicità del settore, la possibilità di inserirsi in un sistema che è in continuo movimento. Che poi è la stessa cosa di raccontare il valore della produzione fatta in un certo modo, dove non conta solo il prezzo, ma vengono considerati anche altri aspetti.
Il consumatore è la vera spinta al cambiamento
C’è bisogno di cambiare lo storytelling anche per comunicare con i consumatori: molti sondaggi in tutta Europa confermano che circa il 50% degli intervistati non acquista prodotti di moda sostenibili e il motivo principale è il prezzo. Il prezzo è una variabile importante, ma non è strettamente collegato con il valore. EURATEX ritiene che, per creare domanda e aiutare i consumatori ad acquistare un prodotto tessile (autentico) sostenibile, dovrebbero esserci requisiti standard e incentivi fiscali. E anche delle campagne educative, aggiungo io.
L’intervista a Mauro Scalia, Mauro Scalia, Director Sustainable Businesses di Euratex
Mi fermo qui per lasciare spazio alla lunga intervista con Mauro Scalia, Director Sustainable Businesses di Euratex: un aggiornamento generale per capire a che punto siamo con le nuove normative e cosa dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi. Ad esempio, che impatto avranno le elezioni europee? A che punto siamo con il riciclo in Europa? Sono alcune delle domande alle quali potete trovare risposta nel podcast. Buon ascolto!
Cover Foto di Guillaume Périgois su Unsplash