.Come impatterà sul mondo della pelle e cosa prevede il nuovo regolamento EUDR ( (Regolamento dell’Unione Europea sulla Deforestazione)? Ne ho palato con Federico Brugnoli, founder e CEO di SPIN 360. L’Unione Europea ha adottato il regolamento nel giugno 2023 e da allora si trova al centro del dibattito: si applicherà alla maggior parte delle aziende che operano all’interno dell’UE e proibirà di fatto alle aziende europee di importare prodotti illegali o legati alla deforestazione nel mercato europeo.

L’entrata in vigore prevista per il 30 dicembre 2024, potrebbe slittare di un anno, su proposta della Commissione Europea. Mentre si attende il via libera del Parlamento Europeo al posticipo dell’entrata in vigore della normativa, sono intanto uscite le FAQ e le specifiche sull’applicazione della nuova normativa, che impatterà anche sull’industria della pelle e infatti negli ultimi mesi se n’è parlato molto.

Lo stato della deforestazione è stato ampiamente documentato in numerosi articoli e rapporti. I dati sono allarmanti: si registrano perdite nette di 5 milioni di ettari all’anno di foreste, con impatti significativi sulle emissioni di gas serra, sulla biodiversità e sulle comunità locali. Le importazioni dell’UE impattano per circa il 16% della deforestazione globale, secondo i dati ufficiali.  Ecco perché l’Europa ha deciso di intervenire elaborando il Regolamento.

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L’EUDR riguarda 7 materie prime (i cosiddetti “prodotti rilevanti”), tra cui le carni bovine, e i prodotti da esse derivati, in particolare il cuoio. Sono coperte tutte le fasi della catena di fornitura.:

  • gli importatori in Europa di  pelle grezza, semilavorata o finita. Questi soggetti sono definiti “operatori” dalla normativa.
  • coloro che acquistano la pelle che è già stata importata nel mercato interno dell’Unione Europea, per lavorarla e/o rivenderla; rientrano nella categoria “commerciante”. I requisiti applicabili differiscono leggermente
  • invece un marchio di calzature, pelletteria e accessori che produce, acquista o vende al dettaglio prodotti finiti contenenti pelle non è direttamente interessato dal regolamento. Tuttavia, l’intera catena di fornitura ne risentirà e ciò potrebbe compromettere l’approvvigionamento dei materiali.

La valutazione del rischio

Per immettere merci sul mercato europeo (o esportarle), le aziende direttamente interessate dal regolamento (ovvero gli operatori) dovranno soddisfare (e dimostrare) le seguenti condizioni:

  • “Deforestazione zero”: che il prodotto o la materia prima non ha contribuito alla deforestazione o al degrado delle foreste dopo il 31 dicembre 2020 (data limite).
  • di aver seguito i  requisiti “Legali”:quindi i prodotti devono essere realizzati in conformità con la legislazione vigente nel Paese di produzione (ovvero in termini di uso del territorio, tutela dell’ambiente, gestione delle foreste e conservazione della biodiversità, ma anche diritti umani, ecc.).
  • deve essere stata effettuata una “Dichiarazione di due diligence”, prodotta in conformità ai requisiti previsti dal regolamento.

Sulla base delle informazioni raccolte, l’azienda deve valutare se esiste il rischio che i prodotti destinati ad essere immessi sul mercato non siano conformi alla normativa. La valutazione del rischio deve considerare il livello di rischio assegnato al Paese di produzione (che sarà definito dall’Unione Europea), nonché la presenza di foreste vicine all’area di produzione, la presenza di popolazioni indigene, casi di violazione dei diritti umani, preoccupazioni circa corruzione, complessità della catena, ecc. Questa analisi completa deve essere documentata e aggiornata almeno una volta all’anno.

Le sanzioni potenziali per la non conformità sono pesanti: fino al 4% del fatturato UE dell’importatore, più la confisca dei prodotti da parte delle autorità doganali e di altre autorità. La frequenza dei controlli varierà a seconda del livello di rischio dell’area di produzione (a breve l’UE delineerà un sistema per classificare i paesi in base al rischio di deforestazione).

L’intervista a Federico Brugnoli

L’EUDR non è una normativa semplice, soprattutto in fase applicativa. Federico Brugnoli, fonder e CEO di SPIN 360, è uno maggiori esperti in questo campo: non potevo fare a meno di intervistarlo per capire bene cosa prevede il nuovo regolamento, quali saranno gli impatti sulla filiera, ma anche come le aziende possono prepararsi all’entrata in vigore della nuova normativa.