E’ la vetrina della moda uomo più importante del mondo, sicuramente la più trendy: è calato il sipario sulla 97esima edizione di Pitti Uomo a Firenze. Io sono andata, cercando di capire quale direzione sta prendendo il marketing della moda sostenibile. Sono tre le tendenze principali che ho individuato: il riciclato, l’eco-design e la reinterpretazione dell’heritage. Oltre a molto altro.
In generale mi è sembrata una edizione della fiera di transizione da un punto di vista di idee nuove: niente di sconvolgente sul tema della sostenibilità, anzi una certa cautela. Adesso che tutti sono diventati sostenibili, non è semplice essere sostenibili. Ho visto etichette enormi applicate ai capi per renderne evidenti le virtù, soprattutto sull’outerwear e non mi sono piaciute molto. Lo sappiamo bene: la sostenibilità non si vede, ma ci deve essere un modo migliore per raccontarla!
Il Principe Carlo ha inaugurato la manifestazione con un video-messaggio per sostenere il lavoro di Campaign for Wool e questo ha dirottato sul tema della sostenibilità l’attenzione generale: in sintesi, una grande opportunità di rilancio per il settore. Da maneggiare con cura, però, aggiungerei io.
Riciclato, eco-design e reinterpretazione dell’heritage sono i tre trend che secondo me si svilupperanno su questo tema nei prossimi mesi (per la moda non si possono fare previsioni di più lungo periodo!) e per tutti e tre ho intervistato delle esperienze interessanti.
Per il riciclato, mi ha incuriosito l’esperienza di Replumé e dei giubbotti con piume riciclate (tutto made in Italy)
Per l’eco-design, le sneaker di Uyn mi sono sembrate perfette. E anche l’approccio all’innovazione di un’azienda che opera nel settore da decenni l’ho trovato interessante.
E per la reinterpretazione dell’heritage, della tradizione, dell’artigianalità, mi sono innamorata di The tweed project, “orgogliosamente irlandese”, con capi realizzati riutilizzando tessuti già disponibili.
Adesso non vi resta che ascoltare il nuovo episodio del podcast!
Photo credit: Marco Badiani