Cresce la fascia di consumatori interessati alla moda sostenibile: ma com’è difficile scegliere in mezzo al fiume di parole in cui naviga la sostenibilità, con strategie di marketing sempre più sofisticate, che che usano una finta trasparenza per confonderci. Fare acquisti consapevoli richiede determinazione, tempo e una grande dose di attenzione, per orientarsi nel caos. Oppure si può scegliere di affidarsi a chi fa questo lavoro utilizzando strumenti innovativi. Come Renoon, la piattaforma che aggrega brand selezionati di moda sostenibile. E’ una start up italiana che sta avendo una visibilità mondiale: ne parlo nell’intervista di questo episodio del podcast con Iris Skrami, una delle fondatrici.
Parole, parole, parole
Sapete perché ho scelto una serie di camicie bianche come copertina di questo episodio del podcast? Perché il consumatore attento oggi si trova in questa situazione: si trova di fronte abiti tutti uguali e la differenza che cerca lui, quella responsabilità ecologica e sociale che fa la differenza, non si vede.
Cosa ha a disposizione chi compra on line? Foto (belle, brutte, passabili) e parole, tante parole. Per convincere un consumatore all’acquisto bisogna dargli le informazioni che chiede, usare il linguaggio giusto, fargli capire che quello che sta acquistando rispetta i suoi valori. Ecco che le parole della sostenibilità giocano un ruolo chiave. I brand stanno diventando più trasparenti (o in alcuni casi semplicemente più comunicativi) perché questo serve per vendere. Raccontare cosa si fa, come si fa, con cosa si fa, serve a dare delle risposte a quella fetta di consumatori che ha bisogno di avere rassicurazioni sul fatto che con i loro acquisti non stanno contribuendo a danneggiare le persone e l’ambiante. Ma non c’è uno standard su come si deve raccontare la sostenibilità e ognuno fa come gli pare.
Chi è il consumatore sostenibile: le ultime ricerche
Per cercare di capire meglio chi sono i consumatori interessati alla sostenibilità e quali sono gli aspetti decisivi per fare un acquisto, ho messo insieme due indagini che sono uscite in questo periodo:
- Survey: Consumer sentiment in sustainable fashion di Mc Kinsey
- Survey Lenzing on sustainable fashion
Quanto è sostenibile Zara?
Ma come si capisce quanto un brand è sostenibile? Bisogna tenere gli occhi aperti e mettere insieme tante informazioni, che vengono da fonti diverse. La piattaforma Good on you, che recensisce in maniera indipendente i brand di tutto il mondo, ha appena recensito Zara. “Not good enough” è il voto che si è meritato il brand spagnolo: secondo i recensori della piattaforma, Zara sta facendo un grosso sforzo per la trasparenza, ma non si impegna abbastanza in azioni concrete.
Good on you suggerisce anche una serie di brand alternativi a Zara, ma sono quasi tutti australiani: se un capo arriva dall’altra parte del mondo, non può essere sostenibile se deve arrivare in Italia.
Renoon, la piattaforma della moda sostenibile
La protagonista dell’intervista di questo episodio è Iris Skrami di Renoon, una piattaforma on line che è anche una app, che aggrega brand di moda sostenibile di tutto il mondo. E’ una start up italiana, che ha sede ad Amsterdam, fondata da Nicolò Tresoldi, Gabriele Trapani, Iris Skrami e Piero Puttini. Un progetto basato sull’uso dell’intelligenza artificiale, che proprio sulle parole fa leva per fare la sua selezione: grandi brand e marchi emergenti, vengono valutati sulla base di una stessa griglia di valutazione. E’ tutto spiegato nell’intervista.
Buon ascolto!